architettura paesaggio

L’architettura del paesaggio disegnata dagli alberi.

Vista dallo spazio la Terra sembra un grande giardino avvolto nell’atmosfera surreale dell’esistenza. La realtà si capovolge di notte quando sono le luci delle città a scintillare come stelle e tra di loro si estendono immensi spazi scuri che quei punti non riescono a illuminare: sono le foreste. Al sorgere del sole quelle luci svaniscono nella luce del nuovo giorno e via via che si scende di quota l’immagine si fa sempre più nitida e definita: emerge il blu del mare, il giallo dei deserti, il verde degli alberi. È l’architettura del paesaggio progettata dalla natura.

Volando ancora più basso, si entra più nel dettaglio e allora capita di sorvolare un’area urbana punteggiata dai colori della modernità e quando il colore si fa vasto e uniforme la città diventa un parco. Acero campestre, Frassino meridionale, Ginkgo biloba, Gelso, Leccio, Salice, Tiglio, Noce nero, Pioppo nero, Quercia rossa, Olmo inglese: scelti dall’uomo, si adattano a tutti i tipi di ambienti e lasciano nel panorama l’impronta della loro famiglia.
È l’architettura del paesaggio disegnato dai progettisti.

Sono loro a studiare la morfologia del terreno, il contesto del luogo che ci sta sopra e attorno, i bisogni di ogni albero perché possa crescere in un habitat non più naturale, ma antropizzato. Estetica e ordine sono gli obiettivi del progetto paesaggista dove gli alberi sono le colonne portanti di una grande stanza a cielo aperto. Lì dentro il portamento colonnare di una Betulla inquadrerà lo scorcio di un panorama, quello dei Cipressi disposti su più lati recinterà uno spazio ornamentale, quello di una lunga fila di Pioppi dividerà un’area dall’altra del parco.

Visti dal basso, lì sotto, ai loro piedi, gli alberi sembrano sculture complesse, monumenti che testimoniano il tempo percorso restando fermi in quello stesso posto mentre si muovono, senza farsi notare, verso l’alto. Fastigiato, ovoidale, ombrelliforme, conico, globoso, piangente, espanso, piramidale: non crescono a caso, ma seguono propri modelli architetturali con ramificazioni di primo, secondo e terzo ordine. Dal tronco si allunga la branca principale, a destra si fa strada il ramo vigoroso, dalla biforcazione si fa spazio la branca secondaria: la sormonta la branca sovrapposta per creare più densità, mentre un po’ più su appare la doppia cima, a poca distanza dall’apice.
È l’architettura dell’albero disegnata dalla specie.