Storia degli Infissi

Piccole aperture che ricambiavano l’aria il mattino e rinfrescavano l’edificio la sera. Nonostante già lavorassero il vetro, gli antichi Egizi non erano ancora riusciti a ricavarne lastre spesse 1 centimetro.

Saranno i Romani, come testimoniano gli scavi di Pompei, a produrle attraverso il metodo della colatura e a installarle in infissi a più battenti con telai di legno verniciato. Già a quell’epoca l’architetto Marco Vitruvio aveva posto nel suo De Architectura la questione dell’illuminazione, considerando l’orientamento della luce naturale nella progettazione di un edificio. Ma quando cade l’Impero Romano e sale alla cronaca della Storia il Medioevo, progettare qualsiasi tipo di costruzione diventa una questione solo di difesa e di protezione.

Dai castelli dei nobili alle chiese del clero, dalle case dei contadini ai palazzi feudali tutte le costruzioni si affacciavano sulla strada attraverso alte e spesse mura che presentavano piccole aperture incorniciate da infissi sagomati verso l’interno. Servivano a sorvegliare i movimenti all’esterno per prevenire un eventuale attacco nemico e a offrire spazio di posizionamento al tiro di lance e frecce.

Varcato il confine del Millennio lungo la storia degli infissi, l’uomo scopre le potenzialità decorative e iconografiche delle finestre con lo stile gotico di rosoni e polifore, sorretti da fili di piombo e installati sulle facciate di chiese, abbazie e cattedrali. Sarà poi il Rinascimento a dare alle finestre la funzione di visuale per apprezzare tutto quello che di bello il mondo offriva là fuori. Gli architetti le proponevano nei progetti come elemento estetico distintivo e pure di classe, visto che in quel periodo alcuni paesi europei come Francia e Inghilterra le consideravano un segno di ricchezza e applicavano ai proprietari la tassa sulle finestre.

Dovrà arrivare l’Età Barocca perché diventino l’elemento architettonico prevalente della facciata. Rettangolari, quadrati, circolari od ovoidali, ad arco o a tutto sesto, ribassati o a timpano, gli infissi esaltano la forma data dal disegno e si distinguono per le finiture che gli artigiani italiani esprimevano con lo sviluppo di nuove lavorazioni del legno. Ci vorrà la rivoluzione industriale nella seconda metà dell’Ottocento, con la scoperta di nuovi materiali come l’acciaio e il cemento armato, a dare alla finestra un ruolo complementare nello studio delle facciate per mettere più in risalto l’architettura degli edifici.

Così, nel XX° Secolo l’infisso si espande fino a diventare l’intera parete della facciata, ora libera da muri perimetrali perché sostituiti dalle vetrate strutturali di Le Corbusier, una vera e propria finestra aperta sul mondo.