produzione infissi in legno

Dalla resilienza degli alberi l’elogio per la lentezza del vivere.

4862 anelli.
Ci impiegò una settimana a contarli nel suo laboratorio con una potente lente di ingrandimento.
Quando lo fece abbattere nel 1964 dal servizio forestale del Nevada, il geologo Donald R. Currey non sapeva che, sui 4000 metri del Wheeler Peak, si trovava di fronte all’albero più vecchio del pianeta.
Formato dalle stesse cellule della sua nascita, il Pinus longaeva è un vero esempio di resilienza: vive in alta quota, esposto al freddo e sotto la neve per gran parte dell’anno.
È questo il segreto della sua longevità: una crescita rallentata dalle condizioni estreme del suo habitat naturale, con solo due o tre mesi a disposizione per fare la fotosintesi e trasformare l'aria nel legno del tronco.

Che sia il freddo ad allungare la vita agli alberi lo conferma la scoperta che negli ultimi 20 anni più della metà delle foreste nell’emisfero australe – dove si trova la maggiore parte degli alberi del mondo – ha allentato la resilienza, mentre sopra l’equatore, verso le regioni del nord del pianeta, la resistenza delle foreste si è fatta più viva e più duraturo l’adattamento delle piante all’ambiente.
Rallentare nel modo di vivere per allungare il moto del vivere, è questa la legge di resilienza degli alberi: le specie che vivono ad alta velocità muoiono presto.
Assorbire acqua e anidride carbonica a pieno ritmo e crescere anche fino a un metro all'anno porta gli alberi a esaurire dopo 40-50 anni il loro potenziale e così il loro legno si espone all’attività nociva degli insetti e all’azione aggressiva dei funghi, alla forza dei venti e alla potenza delle tempeste.

Ma non di solo freddo vivono gli alberi per vivere più a lungo perché nessuna traccia di invecchiamento nelle cellule responsabili della crescita del Pinus longaeva è stata rilevata dai ricercatori dell’università dell’Arizona.
Guidati dal professor Julian Chen, nel 2019 hanno studiato il comportamento degli enzimi della longevità, i telomeri, e hanno scoperto il meccanismo capace di frenare l'invecchiamento dell’albero: si spera possa tornare utile anche per l’uomo.
E così, all’età di quasi 5000 anni, si può avere la giovinezza di 90 anni e possedere ancora la forza di portare addosso il peso di un bel po’ di quintali articolati dal tronco in complesse ramificazioni.
Una resilienza acquisita in milioni di anni di lenta evoluzione e nonostante, da un secolo a questa parte, sia minacciata dal veloce progresso dell’uomo che rivolge le proprie conseguenze sulle foreste.